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Serie I file 2
I primi episodi dell’anime di Lupin III, a inizio anni Settanta, non convincono il pubblico giapponese. Forse è l’eccesso di realismo, uno dei pregi della serie, a creare le maggiori difficoltà in tempi in cui l’animazione è ancora diretta prevalentemente a un pubblico infantile. Mentre i produttori pensano a come risollevarne le sorti, gli autori, tra cui il regista Masaaki Osumi, continuano a realizzare storie ricche di mistero e di noir, di colpi audaci e sparatorie mortali, con un Lupin estremamente determinato e una Fujiko sexy e traditrice. Inoltre, preparano l’entrata in scena di un nuovo, importantissimo personaggio. Ma partiamo dal quarto episodio "L’evasione di Lupin", dalle forti componenti claustrofobiche, con un Lupin chiuso, per quasi tutta la durata della puntata, in prigione. Catturato dall’ispettore Zenigata, e condotto nel carcere ABC, il protagonista sembra aspettare la propria esecuzione con rassegnazione alternata a scatti di follia. In realtà, la sua mente prepara un astuto piano di evasione che sarà rivelato solo alla fine. Nel frattempo, si chiariscono i contorni del rapporto tra Lupin e Zenigata, destinato a cementarsi in un legame indissolubile, grazie al quale l’esistenza di ognuno dei due sembra perdere di significato in mancanza dell’altro.
"Goemon, il samurai" è il quinto episodio, celebre per la prima apparizione televisiva di Goemon, un samurai che svolge la professione di killer e che, inizialmente, è un acerrimo avversario di Lupin. Anche da un punto di vista amoroso, visto che la bella Fujiko sembra danzare un complicato e interessato balletto sentimentale. Goemon, destinato solo in seguito a diventare un amico di Lupin, rappresenta il ‘carattere giapponese’ della serie, che tra pistoleri e ladri gentiluomini dalle lontane radici francesi è piuttosto occidentalizzata.
Infine, nel sesto episodio, dal titolo "Il mistero di Volpe Nera", Lupin deve indagare sulla misteriosa perdita di memoria di un noto gangster chiamato Volpe Nera. Inutile dire che tale attività ha quale scopo ultimo l’entrare in possesso di ingenti ricchezze, alle quali è interessata anche la solita Fujiko, mentre Jigen è come al solito al fianco di Lupin.
Mentre gli episodi si susseguono, l’animazione migliora e, soprattutto, i produttori giungono a una decisione: chiamare i registi Isao Takahata e Hayao Miyazaki perché imprimano una svolta decisiva alla serie. Difficile dire esattamente a che punto della stessa i due prendono il controllo, dato che alcune puntate erano già state realizzate e altre abbozzate, ma generalmente si tende a considerare quale spartiacque tra le due gestioni il settimo episodio. Prima di concludere, una precisazione doverosa, la sigla di apertura che accompagna le puntate di questa edizione è la mitica Lupin III – Planet 0 di Daisy Daze and the Bumble Bees, datata 1979. si tratta della prima sigla italiana di Lupin III, amatissima dai fan di vecchia data e rimasta ineguagliata in quanto a fascino. Un altro piccolo gioiello dello scrigno di Lupin.
Lo sceneggiatore
Hayao Miyazaki, nato a Tokyo nel 1941, nel 1963, viene assunto dalla Toei Doga e collabora ai film d’animazione Taiyo no oji ("Il principe del sole"), Nagakutsu o haita neko ("Il gatto con gli stivali") e Dobutsu takarajima ("L’isola del tesoro degli animali"). Nel 1971 approda alla A Production dove lavora a Lupin III e Panda Kopanda ("Panda, piccolo panda"). Nel ’73 entra a far parte della Zuio, successivamente denominata Nippon Animation e, nel 1978, è il principale artefice della serie televisiva Conana. Il suo primo lungometraggio di sucesso è Nausicaä (’84), a cui seguono Laputa (’86), Totoro (’88), Kiki (’89), Porco Rosso (’92), La principessa Mononoke (’97) e La città incantata (2001), che si aggiudica l’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Nel 2005 la Mostra del Cinema di Venezia gli assegna il Leone d’Oro alla carriera.
Il mondo di Lupin
Come abbiamo già avuto modo di vedere, ogni personaggio del mondo di Lupin III è dotato di un’arma personale, a cui è molto affezionato e che porta sempre con sé. Fujiko Mine, in linea col proprio carattere e le proprie doti fisiche, utilizza una pistola Browning M1910, calibro 9mm Short, 7 colpi, prodotta in Belgio. Le medie dimensioni dell’arma le permettono di tenerla legata alla gamba sinistra grazie a un apposito cinturino. Quando indossa una gonna, la pistola rimane così celata, mentre un vertiginoso spacco le consente di estrarla velocemente con la mano destra. In questo modo le due caratteristiche salienti del personaggio, fascino e pericolosità, vengono perfettamente esaltate. Tuttavia, pur sapendo utilizzare molto bene le armi da fuoco, Fujiko fa uso anche di altri mezzi per raggiungere i propri scopi. La sua arma principale, e più efficace, resta infatti il suo potere di seduzione. La sua intelligenza e la sua furbizia fanno il resto e, solo in casi estremi, la bella avventuriera fa ricorso alla propria luccicante Browning. In alcune rare occasioni Fujiko si è vista dotata di armi pesanti, come nel lungometraggio Il castello di Cagliostro, dove è equipaggiata nientemeno che con mitra e granate esplosive, oltre che con una speciale tuta mimetica. La Fujiko che preferiamo ricordare, tuttavia, è quella in eleganti abiti femminili e vertiginose minigonne.
Pistole e katane
"I giapponesi sono pazzi. Sono affascinati dalle armi occidentali." Con queste lapidarie parole Goemon esprime la sua predilezione per le antiche armi giapponesi, tra cui la sua satana, nonché un certo disprezzo per i suoi connazionali che si lasciano affascinare dall’Occidente.
A scuola da 007
Pare che Zenigata per qualche tempo abbia studiato presso i servizi segreti inglesi. Chissà, forse ha beneficiato, almeno in parte, delle lezioni impartite al mitico 007, il più famoso agente segreto di Sua Maestà.
Il taciturno & la bella
Jigen Daisuke ha gusti precisi in fatto di cinema. I suoi attori preferiti sono Humphrey Bogart e Marilyn Monroe, guarda caso due star del cinema hollywoodiano: Bogart ben si sposa con il suo abbigliamento e il suo atteggiamento "noir".
Il personaggio
Jigen Daisuke è compagno d d’avventure di Lupin III sin dalla prima puntata della prima serie TV. Si tratta infatti del socio più fedele e affidabile del simpatico ladro, tanto che talvolta è stato definito il suo ‘braccio destro’. Di nazionalità giapponese, altezza 178 centimetri e peso 70 kilogrammi, Jigen è alto e snello, con lunghi capelli e barbetta nera. Un cappello perennemente calcato in testa non permette di vederne gli occhi, mentre completo scuro e cravatta gli conferiscono un aspetto da gangster. Jigen è abilissimo nell’uso della pistola. Con il suo fare prudente, egli è per Lupin praticamente la sua ‘coscienza’. Peccato, però. Che il ladro sia poco propenso a lasciarsi distogliere dai propri propositi….